venerdì 4 aprile 2008

CHE FARE SUBITO PER L'ALITALIA ?

Nel mio sito ho scritto che la cordata italiana proposta difficilmente si poteva fare, almeno prima delle elezioni.
Prodi non avrebbe mai consentito un successo dell’“odiato” Cavaliere.
Veltroni ancora meno.

Oggi la difesa di ALITALIA sembra concentrarsi tutta sull’opera del nuovo Presidente nella speranza di evitare l’“amministrazione controllata” preludio del fallimento. La cordata italiana, se si farà, ha bisogno di tempo, un tempo che Prodi e Veltroni non sono certamente disponibili a concedere, sarebbe una vittoria per Silvio Berlusconi prima che nasca il suo nuovo Governo se il Pdl avrà vinto le elezioni con largo margine come io penso alla Camera e anche con numeri tranquillizzanti nella “lotteria del Senato”.

Io resto del parere che l’accordo con Air France-Klm resti la soluzione che salvaguardi meglio le professionalità e il rilancio delle rotte del Medio ed Estremo Oriente e dell’Africa mediterranea, per il servizio passeggeri e per il trasporto dell’export prodotto dalle nostre imprese italiane.
Voi che ne pensate ?

1-E’ meglio concludere subito l’ eventuale accordo di Alitalia con Air France anche se con una forte riduzione del personale ?

2- O è meglio aspettare la formazione del nuovo Governo ?

martedì 25 marzo 2008

COME ELETTORE DI ROMA COME DEVO VOTARE PER IL SENATO ?

Il 13/14 aprile 2008 io voterò a Roma, dove ho la residenza, e dove si voterà oltre che per il Senato e la Camera dei Deputati, anche per il Sindaco e il Consiglio comunale e per il Presidente e il Consiglio provinciale di Roma. Per la città di Roma addirittura anche per i Municipi. Le altre volte come candidato in Veneto potevo votare in questa Regione come ho sempre fatto per le politiche.

Non essendo candidato per mia decisione, dopo che sono stato condannato a sei mesi di reclusione per la “famosissima” (in negativo) “storia dell’ambulanza”, sono incerto se avvalermi o no del diritto di voto, fondamentale in democrazia.

A quanti, in particolare per il Senato nel 2006, votarono AN (e quindi anche per me) chiedo di rispondere alla domanda. Le risposte mi serviranno per un orientamento che io considererò vincolante soltanto se la maggioranza dichiara di avere votato AN nel 2006.

Gli elettori sanno che anche UN SOLO voto può essere determinante per ottenere il premio di governabilità che per il Senato viene dato in ogni singola regione alla lista che ha la maggioranza.

mercoledì 12 marzo 2008

DOPO LA SENTENZA DI I GRADO IL "MOSTRO" DELL'AUTOAMBULANZA DEVE AVVALERSI DEL DIRITTO ALL'APPELLO ?

L’altra sera un mio figlio ha avuto bisogno di un soccorso urgente e l’intelligente moglie per chiamare il 118 ha usato il nome della sua famiglia naturale. Chissà che cosa sarebbe successo se avesse usato il cognome del marito bisognoso del soccorso. Speriamo che non l’accusino di falso in atto pubblico.
Adesso che io sono stato condannato in primo grado, la mia figura di “mostro” dell’arroganza del potere e di “truffatore aggravato” è stata legalizzata, per alcuni anche sotto l’aspetto politico.
Io ho la testa dura: rispetto i giudici ma credo ancora di più nel diritto - appena i miei difensori conosceranno le motivazione delle sentenza - di adire al secondo grado di giudizio e al terzo se sarà necessario. Spero che questi gradi di giudizio si compiano con la stessa rapidità registrata per le indagini preliminari (30 giorni) e per lo svolgimento del processo, che io stesso ho voluto con rito abbreviato, convinto come sono della mia innocenza ed assoluta buona fede politica che l’“antipolitica grillina” non riconosce più a nessuno se ha un mandato parlamentare. Il processo è durato 2 ore: pochi minuti impiegati dal PM Leonardo Frisiani per la richiesta di colpevolezza e la misura della pena: sei mesi di reclusione e 200 euro di multa: il resto per le arringhe difensive dei miei due eccellenti avvocati Paola Rizzo e Alfredo Biondi, i quali hanno dimostrato che mancava il “corpo del reato” nel senso che se un cittadino truffa lo Stato significa che con raggiro ottiene un bene materiale che gli da un vantaggio economico quantificabile o causa al bene pubblico un danno altrettanto grave: questo danno arrecabile ad un malato darebbe alla pena un carattere di “odiosità”. Questa colpa "odiosa" sarebbe stata dimostrata dal fatto che io avrei sottratto un’autoambulanza, che “poteva servire a qualcuno che aveva più bisogno di me” come ha detto il Ministro Livia Turco, chiedendo al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo di denunciarmi in sede penale, come di fatto è avvenuto. Questa circostanza aggravante non esisteva: l’autoambulanza era al servizio esclusivo di chi partecipava quel 9 giugno scorso alla conferenza stampa di Bush e Prodi, alla quale io ero presente. Il raggiro del “falso malore” non esiste perché gli stessi soccorritori hanno registrato le fibrillazioni cardiache che ho avuto, quel giorno, come cardiopatico; infatti nonostante che io avessi dichiarato di sentirmi meglio, mi portarono al Pronto soccorso: qui mi impedirono di lasciare l’autoambulanza, come avevo chiesto, riportandomi a Palazzo Chigi; dove a me sembrò che fosse stata raggiunta l’intesa di portarmi a La 7 sulla base di un “piccolo escamotage” cioè che lì mi avrebbe raggiunto il mio cardiologo. Il servizio medico della Presidenza del Consiglio, per difendersi dal ritardo nel soccorrermi, ha fornito agli inquirenti la denuncia di minacce che io non ho fatto come quella ridicola di “farli licenziare”, potere che non ha sicuramente un parlamentare. La mia confessione durante la trasmissione de La 7 di avere usato un’autoambulanza, non sottratta ad alcun altro cittadino è la prova della mia buona fede.
Per rispetto della sentenza ho rinunciato a candidarmi, come avrei potuto fare.
Se ben ricordo, la mia rinuncia ad una candidatura parlamentare nel momento in cui si formano le liste e in coincidenza di una sentenza penale di primo grado è un evento politico che non ha precedenti nella storia parlamentare italiana.

giovedì 6 marzo 2008

NON MI CANDIDERO' per rispetto della sentenza, che sarà appellata dai miei difensori Avv. Paola Rizzo e Avv. Alfredo Biondi

La sentenza del Gup di Roma Giulia De Marco, che mi condanna in primo grado a sei mesi di reclusione, mi impone un unico e preciso dovere politico e di coscienza come cittadino e come parlamentare: la rinuncia alla candidatura al Senato della Repubblica nel Collegio del Veneto.
Non voglio che la mia colpa o miei errori ricadano sul Pdl, ideato da Silvio Berlusconi, alla cui attività politica io continuerò a dedicare l’intelligenza e le capacità di lavoro che mi restano nonostante la mia veneranda età.
Avrei potuto già da ieri firmare presso il notaio Matella in Via dell’Umiltà a Roma l’atto di accettazione della candidatura che mi era stato richiesto. Non l’ho fatto proprio perché attendevo l’esito dell’odierno processo. Ho voluto io stesso il processo (il primo con queste imputazioni) con il rito abbreviato - mirabilmente svolto a mia difesa dai bravissimi avvocati Paola Rizzo e Alfredo Biondi - per contribuire nei tempi e nei modi alla rapidità del giudizio e imitare così la rapidità dell’inchiesta giudiziaria sebbene io non sia mai stato interrogato dal magistrato inquirente.
Lo stesso giorno dell’11 giugno scorso in cui si è scatenata una campagna “moralistica” promossa dalle dichiarazioni dal Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, dal Ministro della salute Livia Turco, dal senatore Calderoli e dall’on. Alemanno, io ho presentato le dimissioni per la cui discussione, dopo vari rinvii a causa di abbinamenti con altre richieste diversamente motivate,ho dovuto attendere ben 40 giorni. Io ero interessato ad un solo obiettivo: raccontare nella solenne aula di Palazzo Madama, la sequenza dei “fatti dell’autoambulanza” come si erano effettivamente svolti e non come sono stati raccontati dai giornali italiani e di tutto il mondo e le campagne persecutorie condotte dalle Sinistre contro di me come giornalista della Rai.
L’insistenza ripetuta del gruppo di AN, al quale appartenevo al momento del fatto, ed anche l’invito di tanti miei elettori, mi portarono alla decisione, di cui oggi mi dichiaro pentito, di ritirare le dimissioni.
La mia rinuncia alla candidatura è la ripetizione di quell’atto volontario che io feci scrivendo in data 11 giugno 2007 al Presidente del Senato Franco Marini e sul quale non saranno possibili cambiamenti.
Mi rammarico soltanto che un tempo della “politica elettorale”, sia coinciso con quello del primo grado di giudizio in un processo penale del Tribunale di Roma.
Io continuerò a fare politica in altra forma, a battermi per le mie idee,che sintetizzate al massimo, sono quelle di dare agli italiani un moderno sistema politico bipolare capace di garantire i diritti - prima di tutti quello alla vita ed alla morte naturale di ogni persona - attraverso le “quattro libertà fondamentali” iscritte nella Costituzione americana, dove i valori di Patria e di Nazione trovano il massimo di realizzazione con il libero contributo di ogni cittadino, come vediamo in queste settimane e per la durata di mesi con le elezioni primarie. Qui davvero si tratta di elezioni e non di nomine guidate.

Roma, 6 marzo 2008

mercoledì 27 febbraio 2008

DEBBO CANDIDARMI ANCORA ? E PER QUALI RAGIONI ?

Nel precedente sondaggio la critica che più mi ha amareggiato fra quanti “bloggando” con me hanno risposto “No” al quesito del referendum è quella che “io sono il senatore dell’ autoambulanza e non importa quanto di buono abbia fatto nella (mia) carriera politica: quell’episodio (mi) ha etichettato”..

Soltanto per ricordare pochissimi miei atti parlamentari ricordo che nella precedente legislatura, con il governo Berlusconi, ho votato le riforme riguardanti l’età pensionabile (legge Biagi); le liberalizzazioni (troppo poche); sono stato relatore del “Trattato costituzionale europeo” e in questa legislatura al Senato ho approvato le missioni militari della Nato in Afghanistan per la pacificazione e lo sviluppo del popolo e il rafforzamento della democrazia; per la lotta contro il terrorismo dei kamikaze che uccide migliaia di civili, fra cui donne e bambini..

Il programma del PdL, che io ho sottoscritto prevede le modifiche della Costituzione, in particolare la riduzione del numero dei parlamentari, la diversificazione dei poteri delle due Camere, l’aumento del potere di decisione del Capo del Governo, che già erano state approvate dal precedente parlamento; liberalizzazione dell’economia per aumentare la concorrenza: un sistema scolastico ed universitario, che venga integrato dai corsi pratici nelle aziende; perfezionamento della lingua inglese, o francese, o tedesca, o cinese, o russa in Istituti scolastici, dove si insegnano queste lingue come lingue madri.